Finito l’esame di Scialpinismo sulle Alpi Marittime, ho voglia di un po’ di alpinismo. Sento Andrea Cattarossi e ci accordiamo per trovarci ad Ivrea la mattina successiva, destinazione Chamonix…

Alle 14 siamo alla partenza della funivia per il Grands Montets, la funivia con due tronconi porta da Argentiere a 3275mt, da dove con una sciata in mezza costa tra crepacci e seracchi, alti come palazzi di 5 piani, si arriva al pianeggiante ghiacciaio dell’argentiere, proprio in corrispondenza dell’omonimo rifugio. Il cielo è coperto e le nuvole nascondono le cime che svettano oltre i 4000mt… alla nostra destra c’è la parete nord delle Droites, che è anche la nostra meta, avvolta nelle nubi che nascondono i suoi 1000mt di lunghezza.

Al rifugio servono la cena alle 18, potage di verdure, purè di patate e arrosto di maiale, seguito da creamcaramel, tutto squisito.

La gestrice del rifugio ci conferma che all’indomani saremo soli sulla via, ci consiglia di fare colazione alle 2, ma noi siamo un po’ pigri e rimandiamo di un’oretta.

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Partenza notturna dal rifugio, la nostra parete
La notte passa veloce, ma la sveglia presto mi lascia scombussolato, il mio corpo fa fatica a riattivarsi, mangiare e svegliarsi. Così passa un’ora prima che riusciamo a calzare gli sci per raggiungere l’attacco della via. In poco più di un’ora siamo all’attacco e alle 5:00 mi accingo a superare la terminale con un passaggio un po’ atletico.

I primi 250mt della via sono una goulotte di ghiaccio a 80°-85º, ben formata e divertente da salire, se non fosse per gli Spindrift, che non ci abbandonano un secondo, rendendo la salita un calvario. All’inzio titubo un po’ sotto quell’incessante cascata di neve, poi mi rassegno a salire nel buio con il viso congelato e senza poter vedere dove sto piantando gli attrezzi. Viste le condizioni non se ne parla di fare sosta fino a che non trovo un nevaio che mi permette di uscire dalla goulotte e recuperare il Catta in un posto riparato, così scaliamo la goulotte con due tiri di corda “un po’ lunghi” 😜

Catta sotto gli spindrift nella goulotte

Fuori dalla goulotte la via diventa un ampio couloir a 60° intervallato da qualche passaggio di misto banale, decidiamo di non slegarci per non perdere troppo tempo, e procediamo in corseva alternandoci a batter traccia. Solo in uscita facciamo due brevi tiri per superare il tratto finale di misto prima della cresta aerea che porta in cima.

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Sulla Cresta delle Droites
In cima il panorama è spettacolare su tutto il gruppo del Bianco, siamo in perfetto orario sono le 11.

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Dalla cima con 6 doppie scendiamo il canalone SW e mettiamo i piedi sul ghiacciaio del Talefre, il terreno è ancora abbastanza ripido sui 45°, ma la neve ha mollato il giusto e la sciata è spettacolare fino alla seraccata prima del ghiacciaio di Leshaux, qui la neve inizia a scarseggiare ma verso sinistra faccia a valle si riesce a passare.

Discesa spaziale

Dal Ghiacciaio del Leshaux si sbuca sulla Mer de Glace dove si incrocia la traccia che scende dalla Vallè Blanche. Un po’ stanchi arriviamo alla fine del ghiacciaio dove tocca risalire la sinistra orografica della valle – maledetto global warming – dove una funivia porta alla strazione del trenino a cremagliera che (con 26 euro) ci riporta a Chamonix.

Per quanto riguarda la logistica per salire la nord delle Droites, l’opzione di dormire al Rifugio dell’Argentiere è ideale (raggiungibile in 40 minuti dalla cima del Grands Montets, la cena è alle 18), si mangia benissimo e si è proprio sotto la parete, dalla sala da pranzo si può guardare la parete attraverso le vetrate. Noi abbiamo scalato la via con gli sci in spalla, danno un po’ fastidio ma le difficoltà non sono troppo elevate, e la discesa ripaga ampiamente, anche perchè altrimenti sarebbe oltremodo lunga a faticosa. Sono sufficienti 8 viti da ghiaccio (meglio averne un paio corte) e 4 friend (noi avevamo 1 0,75 0,5 0,3 BD). Mezze corde da 60m per le doppie.