Erano anni che non sentivo l’amica Paola Favero quando, un mesetto fa, la chiamo per questioni lavorative, poi una settimana fa ci risentiamo e mi parla di questa cima, il Gran Pilastro. Con un po’ di imbarazzo devo ammettere che non sapevo nemmeno dove fosse questa bellissima cima al confine tra Alto Adige e Austria.

Sono anni che Paola vuole salire la parete Nord di questa cima, e farlo con gli sci in spalla per scendere dal versante Ovest lungo la via normale, mi pare una bella idea e, anche se pensavo di aver concluso la stagione sciistica, tiro fuori di nuovo tutta l’attrezzatura.

Faccio qualche telefonata per scoprire le condizioni in Val di Vizze, dove la neve arriva fino a 2000mt circa, niente male per questa secca stagione invernale. Ormai è metà maggio, quindi la neve dovrebbe essere trasformata su tutti i versanti anche a 3500mt, l’importante è che la notte sia serena per avere un buon rigelo. Le previsioni per mercoledì e giovedì sono discrete anche se qualche nuvola potrebbe coprire il cielo. Decidiamo di andare ugualmente.

Alle 17 incontro Paola a Bressanone e da lì saliamo in Val di Vizze, dove con l’auto si sale fino al 3° tornante del passo di Vizze a 1700mt da qui parte il sentiero per il bivacco Messner e arriva il sentiero che scende dalla via normale passando per il rifugio Gran Pilastro (ancora chiuso).

La nostra destinazione è il bivacco Messner (2429m) che raggiungiamo in un paio d’ore verso le 20, giusto in tempo per ammirare un tramonto meraviglioso che illumina l’Hochfener e i seracchi dell’Hochferner

Tramonto arrivando al bivacco Messner
Tramonto arrivando al bivacco Messner
Notte stellata
Notte stellata

Al bivacco (dotato di coperte e 9 posti a dormire) conosciamo due simpatici Austriaci che hanno intenzione di salire e scendere la parete nord, dopo la cena a base di tortellini e prosciutto stiamo per coricarci, quando arrivano altri tre austriaci un po’ ritardatari. La notte è serena così alle 22:30 mi addormento tranquillo.

La sveglia alle 4 suona sempre troppo presto, inizio a sciogliere la neve per la colazione, ma  in sette in un ambiente minuscolo siamo parecchio stretti e per metterci in marcia perdiamo molto tempo, così riusciamo a partire solo alle 5:20 avvolti in una nebbia che non fa bene al morale, ma io sono fiducioso nonostante la neve non abbia rigelato completamente. Saliamo spediti fino alla forcella di Gries 2815m dove si scende in Austria, e il sole splende, io sono convinto delle mie valutazioni, anche se i nostri amici austriaci sono parecchio titubanti. Levo le pelli e scendiamo il canalino (100m 40°), che sbuca nel ghiacciaio sul versante austiaco – Rotckkeees – alla fine anche i nostri compagni di avventura ci seguono. Scesi dal canalino ripelliamo e iniziamo la risalita del ghiacciaio fino alla costola rocciosa  che lo divide dal ben più grande e crepaccio Schlegeiskees. Conviene puntare alla forcella più bassa per scavalcare la costola.

Roteckkees con forcella evidenziata
Roteckkees con forcella evidenziata

Dalla forcella finalmente appare la parete nord, tutta coperta dalla neve e già tracciata. Senza levare la pelli con un traverso verso destra si cala nel ghiacciaio Schlegeiskees, da qui con una traccia tra seracchi e crepacci, si raggiunge la terminale sotto la parete nord.

Noi abbiamo superato la terminale sulla sinistra sci ai piedi e al riparo dalla scariche, sotto una paretina rocciosa, abbiamo cambiato assetto. Con ramponi e picca risaliamo i 350m di parete a 45°, negli ultimi 50m la neve sopra il ghiaccio era poca per cui i ramponi e la piccozza si sono resi molto utili.

La parete sulla sinistra il passaggio della terminale
La parete sulla sinistra il passaggio della terminale
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Lungo la parete Nord
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Ultimi metri di parete prima della cresta

La parete termina su una sella lungo la cresta Est. La si segue verso ovest aerea ed esposta ma mai difficile, e in breve si giunge in vetta al Gran Pilastro 3510m.

Cresta est verso il Gran Mesule
Cresta est verso il Gran Mesule foto P. Favero
La cresta est
La cresta est
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Gran Pilastro 3510m

Dalla cima sci ai piedi sono sceso direttamente sul ghiacciaio Weissekarferner 45°, su una neve perfetta come in pista, ancora dura, ma con buon grip. Si può evitare il primo ripido tratto scendendo sull’ampia cresta sud ovest per una centinaio di metri prima di entrare nel ghiacciaio. La neve resta perfetta fino a 3000m, sembra di essere in una pista larga 500m sospesa sulle nuvole e chiusa da alte pareti, una goduria. Mano a mano che si scende la neve diventa sempre più morbida ma mai brutta.

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la discesa verso ovest sulla destra il Weisskarferner
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la cima e la discesa diretta

Dal ghiacciaio verso sinistra faccia a valle a 2800m si attraversa una costola e si scende nel fondo della valle Gliendergang. Dove a 2091m, appena  prima che il torrente Gliederbach entri in una stretta forra, si sale una canalino di 150m sulla sinistra (ieri ghiacciato), che porta sul fianco sinistro della valle, ora si scende in leggero traverso verso sinistra fino a riprendere il torrente che esce dalla forra. Ieri siamo riusciti ad arrivare sci ai piedi, con un po’ di fantasia, fino al ponticello, che a 1850m permette di attraversare il torrente e giungere sulla destra orografica della valle, dove con il sentiero 8 e poi 1 si torna alla macchina in una mezz’oretta.

Attualmente le condizioni sono ottime: salendo al bivacco Messner si mettono gli sci dopo mezz’oretta a 2000m circa, i ghiacciai sono in buone condizioni (meglio avere una corda in zaino e tenere l’imbrago indossato), lungo la parete non ci sono tratti di ghiaccio (la parte alta è coperta solo da 20cm di neve) la neve è parzialmente trasformata ma ben sciabile anche se un po’ pesante, lungo la normale ottimo innevamento per la stagione, solo il canalino da risalire per evitare la forra è senza neve nella parte bassa (nella parte alta invece necessari ramponi e piccozza), infine si giunge si scende fino a 1880m con gli sci, a 30 minuti dall’auto.

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