Un sogno che diventa realtà!

Finalmente arrivo a fine agosto in gran forma grazie ad un’estate fantastica dal punto di vista meteo e a dei compagni speciali. Uno di questi è sicuramente Nicolò Geremia, conosciuto salendo Alpenliebe, assieme a Michel Sirotti e Federica Mingolla, un ragazzo con un entusiasmo travolgente, forte e simpatico.

Entrambi volevamo salire questa via, capolavoro di Maurizio Giordani, così domenica 27 agosto siamo sul sentiero che porta al rifugio Falier, l’aria è calda, forse troppo, ma almeno asciugherà velocemente la parete bagnata dall’acquazzone del giorno precedente. Sul sentiero si vedono chiazze bianche, sembra neve ma in realtà è quello che resta della grandine caduta con il temporale. Ce la prendiamo con calma e indugiamo una mezz’oretta al Falier aspettando che la via si asciughi per bene. Alla fine arriviamo all’attacco alle 11.

Parto io su un primo tiro di IV grado, dove mi piacerebbe correre ma come sempre in Marmolada non si riesce mai ad accelerare, e bisogna rassegnarsi a scalare con precisione anche sui tiri più semplici. La parete all’inizio è appoggiata, così Nicolò è costretto a scalare con il pesante saccone da recupero sulle spalle. Per fortuna si fa subito verticale e dal secondo tiro si può tranquillamente recuperare il saccone con un cordino, così facciamo infatti.

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Nico in arrivo a S3

I primi tiri sono semplici, ma già dal quarto bisogna iniziare a scalare bene indovinando la linea non proprio scontata con una discesa e qualche metro impegnativo. Il quinto tiro è un 7a con un boulderino appena sopra lo spit in cui avere le braccia lunghe non guasta. Segue un traverso verso sinistra su buone prese ma gli appoggi per i piedi non sono proprio dei gradoni 😜

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Il traverso di L6

Il settimo tiro – 7b+ secondo me anche se alcune relazioni lo danno 7c – tocca a me. Parto deciso e supero velocemente la prima sequenza dura poi arrivo ad un discreto riposo da dove si riesce a passare uno spit. Provo ad impostare un passo con i piedi troppo bassi e non arrivo alla presa successiva, riesco a tornare al riposo, riprovo con i piedi altissimi, forse non ci credo abbastanza ma cado, peccato, mi sarebbe piaciuto un sacco farla a vista. Riposo un attimo riparto sistemo meglio i piedi e il passaggio mi riesce, si passa l’ultimo spit e inizia un lungo runout fino in sosta, circa 10 mt sul 7a facendo attenzione ad andare leggermente a destra. Dopo 3 mt arrivo ad una presa verticale dove riesco a piazzare un Totemcam nero che mi pare pure buono, che fortuna, un’altro passeggino ostico e arrivo alla sosta.

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Ultimi metri di L7
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In arrivo alla settima sosta!

E’ il turno di Nicolò che si becca il tiro più duro della via un solido 7c. La prima parte è semplice  e proteggibile, in diagonale a sinistra. poi sale in verticale fino ad uno spit dove c’è un passo di blocco intenso, seguito da qualche metro di continuità e infine una placca con sorpresina appena sotto la sosta. Dopo una serie di belle cadute Nicolò decide di azzerare il blocco e passa oltre, scala bene e mette un buon friend in un buco appena sotto l”ultimo passaggio. Provo anch’io da secondo ma cado sul blocco.

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Nico su L8
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8° tiro, ultimo passaggio sotto la sosta

Dalla sosta guardo il nono tiro, mi affascina non vedo l’ora di partire, inizio a scalare seguendo la linea più logica che collega tutti questi super buchi, la salita è una figata! Le protezioni ci sono e qualche tricam aiuta ad accorciare le distanze tra una protezione e l’altra in questa placca di 35m.

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Buon riposo su L9
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La super placca di L9

La sosta del nono tiro non è proprio una figata, ci sono due vecchi spit della prima salita e integrare con qualche friend non è semplice. Così decido di sostituire gli spit direttamente in salita. Ci siamo portati il trapano per cambiare gli spit che restavano ancora da sostituire dopo il restyling ad opera del Geremia più grande (Daniele).

Il 10° tiro è un 7a dove la roccia inizia a calare di qualità è anche l’ultimo tiro impegnativo della via, così cambiata anche questa sosta iniziamo la discesa in doppia visto che il tempo sta cambiando e dobbiamo sostituire ancora tutti gli spit vecchi lungo gli ultimi tiri.

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Sostituzione di un vecchio cordino su una clessidra

Recuperata l’ultima doppia scoppia un bel temporale, in 10 minuti la parete si trasforma in una cascata. Aspettiamo che passi in una piccola grotta alla base, dopo mezz’ora l’acquazzone finisce, così corriamo a festeggiare con una birra al Falier!

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Relazione Specchio di Sara