Un mesetto fa, un amico in falesia mi parla di questa cima del comelico. Devo ammettere che conoscevo poco Cima Bagni, forse per la quota 2983m che per pochi metri non raggiunge i 3000, oppure perchè non è una della famose mete dello scialpinismo. Ma vi assicuro che non ha nulla da invidiare alle scialpinistiche più blasonate e ambite. Così la sera stessa do’ un’occhiata alla cartina geografica, per scoprire che non è una vetta così scontata, anzi non si intuisce nessun punto debole per salirvi, sorretta su ogni versante da lunghe pareti rocciose, questo sicuramente attira la mia attenzione. Coincidenza vuole che qualche giorno dopo un amico -Nick Tonet – la salga e ritorni entusiasta.

Così qualche giorno dopo complici le buone condizioni e l’ottima scusa per sfuggire alle grigliate Pasquali, con l’amico Michele Da Rin partiamo alla scoperta, di questo gioiello del comelico.

La descrizione della salita fatta da Tonet è vermante dettagliata, non ho mai dubbi sulla strada da seguire, complice anche la logica alpinistica della salita, mentre in discesa bisogna prestare un po’ più di attenzione. Su suggerimento di Tonet abbiamo fatto un giro ad anello bellissimo, salendo dal canale Witzenmann- Oppel a Nord e scendendo dal Canale Martini a Sud

Descrizione:

Per prima cosa biogna raggiungere il rifugio Lunelli, per lunga strada battuta, da qui ci si alza verso il rifugio Berti, senza raggiungerlo ma lasciandolo sulla destra, e continuando in direzione SO verso i campanili di Popera, a circa 2300m appare finalmente sulla sinistra il canale Witzenmann che fino all’ultimo resta nascosto alla vista.

Michele nel canale Witzenmann – Oppel

Lo si risale su pendenze di 40-45° fino a raggiungere la forcella alla sommità del canale, da qui si attraversa verso destra su pendii più aperti ma sempre ripidi fino ad una comoda selletta. Proseguire oltre nel più ripido imbuto sopra la Val Stallata raggiungendo obliquamente la cresta a SW, questo è il tratto più ripido ed esposto della salita, in caso di neve ghiacciata si può valutare la possibilità di assicurarsi, in cima al canalino sulla sinistra c’è un fix (lungo tutta la salita nei tratti più impegnativi ci sono dei fix).

L’imbuto

Per pendii meno inclinati si sale verso la cresta e per questa in breve si monta sull’affilata cima. Il panorama è stupendo dominato verso Nord dal vicino Popera mentre sugli altri versanti la vista spazia dalle vette austriache alle carniche fino alle più famose elevazioni delle Dolomiti.

Ci fermiamo mezz’oretta in cima in attesa che il sole “molli” un po’ la neve sul versante meridionale, ancora troppo dura per una discesa appagante.

Dalla cima scendiamo in direzione Sud da prima stando sul versante Auronzano della montagna, per i pendii sospesi sopra il Cadin del Biso. Costeggiamo l’ingresso del canale Martini senza entrarvi, in quanto l’ingresso diretto dopo poco presenta una strozzatura che non ne permette la discesa con gli sci, ma scendiamo ancora stando in prossimità della cresta Sud e poco dopo imbocchiamo un canale che scende in direzione Est, questo poco più sotto confluisce nel canale precedente ma non presenta strozzature ed è tutto sciabile anche se sempre su pendenze sostenute attorno ai 45°.

L’ingresson del Canale Martini

Nel canale la neve è ottima trasformata e mollata al punto giusto, riusciamo a sciarlo tutto senza troppi patemi d’animo viste le condizioni eccellenti. A 2550 mt di quota circa, il canale termina sopra dei salti di roccia, ma la provvidenza vuole che risalndo 30m un ripido canalino a destra (faccia a valle) si arrivi ad una forcelletta (2600mt) da cui nel versante opposto, scende un altro canale che porta fino al vallone che si origina da forcella Anna, dove terminano le difficoltà.

Ripido canale da risalire 2550mt

Il secondo canale è più ampio e meno ripido 40° del precedente, troviamo anche qui un ottima neve trasformata data l’esposizione a Sud-Est come il suo gemello superiore.

Una volta giunti nel vallone che scende da forcella Anna continuiamo la nostra discesa sulle docili pendenze del Cadin dei Bagni e poco sotto i 2200mt di quota evitiamo una fascia rocciosa attraversando a destra. Ora seguiamo suppergiù la traccia del sentiero 123 prima e poi attraversando in quota verso sinistra lungo il segnavia 164 arriviamo ai piani della Val Grande poco a sud della strada battuta percorsa la mattina, proseguiamo in direzione Nord fino a guadagnare la strada e per essa ritorniamo alla macchina

Ahimè siamo ancora in tempo per la grigliata di Pasquetta, che si trasforma in un’annunciato bagno di birrette per festeggiare la stupenda avventura su una montagna definita da qualcuno, a ragion veduta, “potente e severa”

Per la traccia GPS di questa gita potete contattarmi.