TD – AI4 M4 400m
salita il 29/10/2021 con Andrea Peron
Una piano B di tutto rispetto! Tutto inizia quando dopo la salita alle Granbes Jorasses, tutt’altro che in buone condizioni, vengo a sapere che la nord del Cervino invece è ottima. Sento Andrea Peron, che è subito entusiasta di farsi accompagnare su una delle pareti più famose e temute delle Alpi! Purtroppo all’avvicinarsi del giorno della partenza le previsioni meteo non sono proprio buone così a malincuore siamo costretti a ripiegare su una salita meno impegnativa globalmente, la scelta ricade sulla Grassi – Bernardi o via del Gran Diedro alla Roccia Nera, un quattromila del gruppo del Monte Rosa.
Questa goulotte si trova sul versante settentrionale della Roccia Nera (4075m) l’ultima cima dei Breithorn prima di scendere alla Porta Nera. La poca distanza che separa questa cima dagli impianti di Plateau Rosà sopra Cervinia, l’ambiente severo e la bella scalata rendono questa salita molto appetibile anche se non scontata, la via è abbastanza frequentata nei periodi in cui è in condizioni.
Decidiamo di affrontare la salita in due giorni, nonostante l’avvicinamento con gli sci non sia troppo lungo (circa 2h e mezza dalla Testa Grigia) riuscire a ritornare a Plateau per l’ultima corsa della funivia in giornata è molto complicato. Il giovedì ci troviamo a Cervinia verso mezzogiorno fatti gli zaini saliamo a pranzare al rifugio Guide del Cervino, dove non ci facciamo mancare un’ottima pasta al pomodoro, e con calma risaliamo al colle del Breithorn, poi con lungo traverso a mezzacosta sotto la sud dei Breithorn, si giunge sotto la Roccia Nera, dove su uno sperone roccioso che emerge dal ghiacciaio di Verra sorge il bivacco Rossi e Volante (12 posti letto, coperte).
Visto che è ancora presto per cenare faccio due passi fino a Porta Nera per andare a vedere la parete, dato che non ci ero mai stato, così mi faccio un’idea sulla linea da seguir per l’avvicinamento l’indomani, la traccia è comunque presente per cui anche al buio non avremo problemi a raggiungere l’attacco.

Ritornato al bivacco mi dedico al compito noioso di sciogliere la neve per far da mangiare e da bere. E per cena non potevano mancare i soliti tortellini in brodo, che con il parmiggiano son sempre ottimi. Segue salame e formaggio di capra dalla svizzera del buon Andrea. E per finire una buona tisana. Condividiamo il bivacco con due alpinisti fiorentini, che dormono mentre ceniamo e cenano quando è ora di dormire, ad ogni modo alle 21:30 siamo tutti a letto. La sveglia al mattino non è prestissimo, la notte trascorre veloce e nonstante i 3750mt del bivacco riesco a dormire abbastanza, anche se mi risveglio di frequente, alle 5:30 suona la sveglia ma noi siamo già in piedi perchè i nostri compagni toscani hanno ben pensato che era inutile stare a poltrire nel letto visto che non riuscivano a dormire, così hanno svegliato anche noi. Alle 6 dopo una buona colazione e due tazze di caffè, stiamo mettendo i ramponi su una comoda roccia fuori da bivacco -le tavole che formano il pavimento del bivacco sono ormai trasparenti a causa di tutti i maleducati che vi entrano con i ramponi addosso-. Dal bivacco scendiamo una decina di metri su roccette per raggiungere il ghiacciato che con un breve traverso verso Nord ci deposita a Porta Nera.
Dalla forcella senza perdere troppa quota si costeggia la bastionata rocciosa che sorregge la cima fino a portarsi sotto la parte Nord, quando si supera il grande spigolo roccioso e si inizia a vedere il grande diedro che fa da direttrice alla via si può iniziare a salire per superare la terminale nel punto più agevole. Quando siamo saliti noi si passava ancora comodamente sotto la verticale della via, da qui un breve pendio di neve a 50° conduce all’attacco della via. La via è quasi completamente disattrezzata, ma si può sostare un po’ovunque dato che con le condizioni attuali le viti da ghiaccio sono sicure. Ecco una breve descrizione dei tiri (uno più bello dell’altro):
- Si inizia a salire la goulotte attraversando leggermente a sinistra, poi più verticalmente fino ad arrvare all’unica sosta allestita su due chiodi e un nut incastrato. 50m AI3 M3
- Si continua con un tiro che presenta solo un tratto più ripido nella parte iniziale, sosta su viti. 50m AI3 60°
- Si continua con un tiro che presenta solo un ripido passo nella sezione centrale. Sosta su viti sotto le rocce a sinistra della goullotte del tiro successivo. 45m AI3+
- Salire la bellissima goulotte che si snoda sul fondo del diedro con pendenze costanti di 80°-85°. Sosta su viti alla fine della goulotte. 30m AI3+
- Sopra la sosta superare con traverso verso sinistra la fascia rocciosa che interrompe la goulotte per poi continuare sul successivo pendio ghiacciato 65°-70° fino alla fine delle corde. Sosta su viti. 55m M4 AI3
- Bellissimo tiro che inizia con il rimontare la colata fino a salire una caratteristica piramide di neve. Poi si può salire il nastro ghiacciato a sinistra (delicato) oppure con passi di misto la placca e il successivo diedro sulla destra fino a riguadagnare il ghiaccio sotto una sorta di ombrellone ghiacciato. Sosta su viti. 55m M4 AI4
- Più facilmente seguire la colata su pendenza via via decrescente fino a guadagnare la cresta (a volte è presente una grossa cornice, quest’anno non c’era). 45m AI3 poi 50°
Materiale:
- 2 mezze corde da 60m
- 8 viti da ghiaccio
- Friend medi (bastano dal 0.3 al 0.75 BD)
Una volta uscito sulla cresta della Roccia Nera a pochi metri dalla cima non sono stato accolto dal sole ma da un vento infernale da sud, purtroppo le previsioni erano giuste, per fortuna lungo la via esposta a nord il vento non è riuscito ad entrare, e la salita è stata una goduria. Le nuvole che durante tutta la mattinata si sono alternate al sole stanno via via prendendo sempre più campo e mentre verso il nord il meteo è ancora buono a sud tira aria di bufera. Scendiamo veloci lungo la normale della Roccia Nera (pendio nevoso in direzione Sud-Ovest max 40° PD) senza nessuna difficoltà e torniamo al bivacco dove riprendiamo i nostri sci. Quando usciamo dal bivacco siamo immersi nelle nuvole, quindi in mezzo al white-out ripercorriamo la traccia seguita il giorno precedente fino alle piste di Plateau-Rosa, qui il gps è stato utile, soprattutte per non girovagare a vuoto sui falsi piani del colle del Breithorn.
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