





Avevo sempre sentito parlare di questa parete con bella roccia grigia, così quando Nicolò (Geremia) mi chiama per salire “Magia Nera” sono entusiasta. La via è stata aperta dai fuoriclasse Venturino De Bona e Gigi da Pozzo, nomi che spesso intimoriscono infatti la via non conta molte ripetizioni nostante abbia la fama di essere bellissima.
La partenza la mattina è gelida, addirittura sui prati della val veneggia c’è la brina. Ma non conosendo bene l’impegno della via partiamo prestino per avere tutto il tempo per poter salire con calma. Per arrivare all’attacco della via si fa lo stesso percorso che si segue per arrivare al pilastro Grigio.
Accesso: Raggiunta da Malga Venegia si prosegue per Malga Venegiota (1824m) seguendo il sentiero 749 per il Passo Valles con limitata pendenza si esce dal bosco ormai in vista della parete. Continuare ancora verso il Passo Valles, quindi abbandonare il sentiero risalendo per prati leggermente oltre la verticale della parete. Davanti alla parete si intuisce uno sperone di roccia scura con dei prati sospei al di sopra: va risalito il canale che da sinistra verso destra sale alla base della fascia rocciosa. Dopo di che si sale vereticalmente un tratto di prati ripidi, canale e roccette ci si trova su di un pendio detritico. Si attraverse a sx per cengetta (ometti), quindi per 2 canalini (II). Ancora a sx per roccette (II, ometti), quindi si entra a sinistra in un canale e si attraversa nuovamente per bella cengetta sospesa sotto una parete gialla. Si risale per rocce (II) fino ad una grande nicchia. Da qui si risale un canale, spesso nevoso fino a notare sulla sinistra un evidente pilastrino di porfido scuro, circa 20m a valle si reperisce una clessidra con cordone, qui attacca la via.

La prima parte della via è su difficoltà classiche e la qualità della roccia non è proprio marmorea, ma dal terzo tiro le cose cambiano, la parete si fa più verticale e la roccia diventa strepitosa. Il terzo tiro è abbastanza complesso aggirando con dei sapienti traversi i punti più compatti della placca, ma basta seguire gli appigli, dando un’occhiata alla relazione si intuisce che è importante sfalsare le mezze a dovere se si vuole arrivare in sosta.


Il quarto tiro segue un breve e semplice diedro per poi uscire in placca a destra, dove dopo un buon chiodo c’è un boulder abbastanza obbligato, poi si sposta in una nicchia a destra e sempre in diagonale a destra sale sempre su roccia fantastica e difficoltà sostenute, nel complesso forse è un po’ più facile del grado che gli è stato attribuito.

Il quinto tiro è breve e segue una serie di bellissime fessure e prese leggermente a sinistra prima di tornare a destra.

Il sesto tiro è più semplice seguendo i punti deboli della parete, la sosta è da allestire in una bella nicchia sotto la verticale del colatoio finale.

Il settimo tiro è splendido e segue la bellissima roccia nera del colatoio fino ad uscire su terreno più semplice.

Qui la via originale si tiene leggermente a sinistra per andare a salire un’ultimo diedro di V per raggiungere la cresta.

Noi invece abbiamo seguito una serie di facili roccette fino ad un evidente forcella sulla cresta, andando in diagonale a destra rispetto all’uscita della via.

Ecco una breve relazione della via:
