Domenica 20 marzo sono di ritorno dall’Umbria dopo una gara di canottaggio, le energie non sono al massimo e le gambe molto stanche.
La voglia di montagna è alle stelle dopo un paio di settimane di solo canottaggio, decido allora di andare a fare un giretto con le pelli, la scelta cade sul vicino Alpago. Purtroppo lunedì non è un giorno ideale per trovare un compagno, ma poco male, le condizioni primaverili della neve e le informazioni positive mi danno conforto e andare da solo non sembra una scelta irragionevole. Decido di salire la cima principale del monte Teverone, il Cimon quotato 2345m. Percorrendo l’A27 giunti sul lago di santa croce non si può non notare il Valars, il vallone che contraddistingue il versante sud del Teverone; molte volte passando di là ho pensato di salire questa cima con gli sci.
Tutto è pronto e alle 7:30 di lunedì 21 dopo un buon caffè a Puos d’alpago, parto dal parcheggio di Casera Degnona. Seguo il sentiero estivo fino ad entrare nel Valars, e poi su spedito fino a 2050m dove si lascia il vallone principale per volgere a Ovest ed entrare nella più ripida val Bona, da qui alla cima passando per una simpatica crestina. Alle 10 scendo su un ottimo firn.
Fin qui niente di speciale, ma questo giretto è stato un pretesto per andare a vedere una linea sul versante sud molto più diretta che sale ad una cima secondaria la cima di Busa Secca 2328m
Il giorno precedente Francesco Vascellari, amico ed esperto di queste montagne, nonche autore della guida sci alpinistica del gruppo, mi aveva parlato di questa possibilità. Certo senza questa dritta non avrei notato un canalino che dal Valars a circa 1700m di quota sale verso destra dando accesso a quella che sembra una successione di pendii e cengie che porta alla cresta che divide il versante sudovest da quello sudest della cima di Busa secca.
Il giorno dopo martedì sto guardando le previsioni del tempo per mercoledì e sono perfette, meglio andar subito a vedere questa linea, perché con queste belle giornate la neve alle basse quote dell’alpago si scioglie in un attimo.
Mercoledì ancora una volta sono a Puos a bere un buon caffè alle 8.00 – la giornata è abbastanza fredda e la parte più impegnativa della discesa è rivolta a ovest – alle 8:30 parto dalla solita Casera Degnona, come immaginavo la neve lungo il sentiero estivo non c’è più, ma poco male, seguendo la strada sterrata che dal parcheggio si dirige in piano a sinistra (ovest) arrivando alla nota valanga che scende annualmente dal Valars, lì calzo gli sci e risalgo i 200m di dislivello che precedono il salto di roccia che interrompe la valanga, questo si aggira agevolmente sulla sinistre per prati e roccette – non sono necessari i ramponi ma meglio metterli perche poi si deve risalire il letto della valanga che la mattina è liscio e ghicciato.
Una volta giunto nel tratto superiore del vallone il Valars, ricalzo gli sci e a quota 1700m lascio l’itinerario classico salito due giorni prima. Qui levo definitivamente gli sci, per avventurarmi verso destra su per un canalino che spero sia la giusta linea per arrivare alla sequenza di campi di neve che conducono alla cima di busa secca. Risalgo questo canale ghiacciato molto ripido intorno ai 50° da qui seguo una cengia innevata ampia ma molto ripida ed esposta verso sinistra, da lì arrivare alla cresta che separa i versanti sudovest e sudest della cima è abbastanza evidente., il terreno è sempre ripido e molto esposto. Però giunto sulla cresta e cambiato versante si apre il panorama su tutto il resto dell’alpago a sud, che meraviglia 😉
La cresta verso la cima è sempre ripida ma abbastanza ampia da permettere una divertente discesa. Arrivo in cima che il firn sul versante sud est ha già mollato.
Non c’è tempo da perdere, calzo gli sci, ed inizio a scendere. Le prime curve sul ripido sono sempre emozionanti ma su un firn perfetto sono anche molto divertenti. In un batter d’occhio sono allo spartiacque e devo scendere dall’altro versante. Qui le cose cambiano un po’ il sole non riesce a scaldare la superficie della neve a sudovest, che resta ghiacciata e le pendenze sono sempre oltre i 40°, insomma vietato cadere. Per fortuna ci sono ampi tratti in cui il manto è perfettamente liscio, come una pista da sci, il grip è buono e la discesa possibile con un margine di sicurezza accettabile. Solo nel traverso sulla cengia e nel canalino ghiacciato finale non faccio nemmeno una curva, ma preferisco un derapage meno elegante ma più sicuro ;-P
Una volta nel Valars tiro un sospiro di sollievo, è fatta. Chi sa se è una prima discesa, mi han detto di si, ma non si sa mai, sembra una linea abbastanza evidente perché non sia venuta in mente a nessuno… Ad ogni modo grazie al Vasce che non ha potuto accompagnarmi in quest’avventura frutto della sua intuizione.
Per la cronaca questa linea sembra fosse stata tentata in precendeza, ma poi non scesa con gli sci…
Penso di aver fatto questa discesa in sci nel 1983, il 16 aprile in cui sono salito insieme a Johnny Peratoner prima a Cima Valars; quindi ridiscesi fino a quota 2080m circa siamo saliti per il ripido canale tra Cimon della Busa di Valars e la Cima Busa Secca e scesi sci ai piedi dalla cima. Non sono però sicuro che si tratti del canalone che hai descritto tu
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Ciao Franco, se guardi le foto del tracciato si dovrebbe capire la linea da me seguita, penso sia una linea non troppo evidente e da quel che mi diceva Francesco Vascellari ancora da scendere con gli sci. Comunque è possibile che sia la stessa che avete fatto voi… Io l’avevo trovata molto impegnativa, ma mai estrema… In ogni caso compilmenti!
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