Arrampicare mi piace sempre più, e farlo sulla fantastica roccia della Marmolada è qualcosa a cui non riesco a resistere.
Dopo l’ennesima salita di Tempi moderni all’ultimo esame del corso guide, con cui ho finalmente concluso la mia formazione diventando aspirante Guida Alpina, ho voglia di nuove avventure sulla regina. Sento Giovanni Zaccaria e anche lui è entusiasta, così dopo un po’ di indecisione su quale via scegliere optiamo per Excalibur, salita da Maurizio Giordani sulle placche a sinistra del suo capolavoro Specchio di Sara.
Alla mattina ci troviamo a Malga Ciapela e siamo un bel gruppetto: io, Giovanni, Ale Baù, Andreas Renner (direttamente dall’Austria) e Francesco (detto Akita).
Decidiamo di fare una cordata da tre io, Giovanni e Alessandro. La salita al Falier scorre veloce tra chiacchiere e risate. Non abbiamo molta fretta e saliamo con calma all’attacco della via, forse ce la prendiamo un po’ troppo comoda, perché attacchiamo il primo tiro alle 11.
Parte Alessandro, su un tiro che si rivela molto complicato da decifrare e delicato per la qualità della roccia. La relazione di Giordani non è di grande aiuto, la sosta si vede dalla base, ma il percorso per raggiungerla si rivela tutt’altro che scontato. Ale tira fuori la sua esperienza da alpinista e con tenacia arriva alla prima sosta, risolvendo il tiro salendo molto a sinistra fino ad un chiodo da cui si attraversa 10 mt in orizzontale a destra. Il secondo tiro è un bellissimo 6c+ che parte con un traverso verso destra, per poi risalire una fessura non proprio solidissima che termina in una pilastro poco rassicurante, da qui si rimonta su una bellissima placca nera a buchi, abbastanza difficile e poco proteggibile. I successivi 50mt di 6a sono una gioia da scalare. Al quarto tiro mi scambio con Alessandro, sono fortunato perché questo tiro è uno dei 6b più belli che ho mai salito in montagna. Seguono un 7a dove decifrare la giusta metode mi costa una caduta. Il tiro successivo è un 7a+ di resistenza, ma con un passaggio duro a metà che non ho capito molto bene, probabilmente non bisogna mettere un friend rosso in buco a destra, che altrimenti non puoi più usare per la mano. Segue un’altro super tiro di placca a buchi abbastanza ditoso. Da qui la via originale incrocia Slovakia (la prima via di Koller in Marmolada) e sale un camino a sinistra per arrivare in cengia. Vista l’ora abbiamo invece proseguito per il camino fessura di Slovakia per una lunghezza fino a raggiungere la sosta di Filo delle Apparenze per la quale si scende abbastanza comodamente in doppia. Se si sceglie questa opzione conviene sfalsare bene le corde sul 7° tiro e proseguire fino alla sosta a fix di Filo delle Apparenze.
La via è molto bella ma assolutamente alpinistica, in tutta la via ci sono solo 10 chiodi di passaggio (ma per fortuna i passi duri sono ben protetti a parte la partenza del 7° tiro), le soste sono tutte presenti, e penso che fino al 6°tiro si possa rientrare in doppia senza troppi problemi magari sostituendo qualche vecchio cordone. Una grande linea non estrema, ma da non sottovalutare. Complimenti a Maurizio Giordani che nel 1993 ha avuto l’audacia di attaccare un muro del genere senza l’aiuto degli spit.
Ripetizione del 9/11/2020

Assieme agli amici Santi Padros e Diego Toigo siamo tornati a ripetere questa bella via. Sta volta ho salito i primi tiri da capocordata per chiudere il cerchio, inoltre Santi voleva fare i tiri duri della parte alta, ed è stato una macchina!
Il primo tiro si attacca su roccia giallo-grigia diversi metri a sinistra rispetto alla sosta (già visibile da terra). Si sale in verticale 15 metri circa e, reperito il primo chiodo, si attraversa una decina di metri in orrizzontale. Qualche metro prima della sosta, si prendeva una grossa lama gialla che ricordavo chiaramente dalla prima ripetizione, così quando sono arrivato a quel passaggio (il più impegnativo del tiro), appena passato un chiodo discreto, non ho esistato e sono andato alla lama, appena l’ho sfiorata è venuta giù con tutto il pilastro, io l’ho seguita con un volo scenico ma senza conseguenze, fortunatamente il chiodo ha retto. Purtroppo senza quella presa il passaggio è diventato oltremodo difficile, tra l’altro sotto la lama ovviamente non si nascondeva una bella placca grigia ma della roccia pessima ricoperta di terra. Probabilmente gli sbalzi termici degli ultimi giorni hanno compromesso la stabilità della lama, che ispirava comunque già poca fiducia. Per una ripetizione conviene portare martello e chiodi oltre ad un cliff per riuscire a piantare il chiodo, se non si vuole fare delle manovre acrobatiche per raggiungere la sosta. La difficoltà del primo tiro è sicuramente da rivalutare.
Anche il secondo tiro mi ha impegnato, e devo dire bravo a Alessandro Bau che l’altra volta l’aveva scalato senza fare una piega. Dopo una bella placca da sacalare in diagonale verso destra, si arriva ad una fessura che termina con un pilastro staccato, poco rassicurante, sopra di questo una placca abbastanza impegnativa e difficile da leggere conduce ad un tratto più appoggiato dove si trova la sosta.

Diego va al comando sul terzo e quarto tiro che sono una goduria da scalare su difficoltà mai troppo impegnative e una roccia commovente.
Poi tocca al Santi che sui tiri più duri della via tira fli artigli e ci porta alla sosta di filo delle apparenze, scalando in libera pure il 6° tiro.
Aggiornamento 21/08/2021
Oggi assieme a Mirco Grasso avevamo intenzione di ripetere Invisibilis, purtroppo i nostri piani sono saltati, mentre ero in sosta del secondo tiro della via (in comune con Specchio di Sara) sento un urlo terrificante e il rumore di roccia che cade, quello che non vorresti sentire mai quando sei in montagna, giro istintivamente la testa verso sinistra e vedo dei grandi pezzi di roccia cadere, purtroppo tra quei pezzi c’è anche un ragazzo, dopo l’urlo iniziale il silenzio, terribile. Subito mi si gela il sangue, ma riesco a mantenere un minimo di lucidità e chiamo il 118. Mirco è impegnato sul secondo tiro, in qualche modo riesce ad arrivare in sosta, è molto scosso anche lui. Fortunatamente arriva la chiamata del tecnico elicotterista che ci rassicura dicendo che stanno arrivando e chiedendo qualche dettaglio sulla posizione esatta dei due alpinisti, che scopriremo essere francesi, uno dei due è illeso. Mentre dovremo aspettare la sera per sapere che anche il ragazzo precipitato è fuori pericolo di vita.
L’incidente è successo nei primi 20m di Excalibur, probabilmente si è staccata una lama su cui l’alpinista stava salendo, nella caduta l’ultima protezione si è strappata assieme alla porzione di roccia circostante. Già l’anno scorso avevo notato come la roccia in quel tratto di parete fosse diventata più instabile, forse gli sbalzi termici degli ultimi anni hanno destabilizzato alcune scaglie già precarie, ad ogni modo per chi avesse intenzione di ripetere la via raccomando la massima attenzione nei primi due tiri. Il resto della via è su roccia stellare, soprattutto il 3° e 4° dove ogni movimento è un regalo di madre natura.
Materiale
Due mezze corde da 60m
Friend: Dal 0,2 al 3 raddoppiando 0,75 1 e 2 meglio Totem
Tricam
Martello, qualche chiodo e un cliff per il primo tiro
